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Esperienza d’oltreoceano, i cavalier in USA


di Pietro Paolo Condò

Sono sempre stato convinto che in qualsiasi campo se si opera al meglio, con calma e serietà, prima o poi si viene notati  e qui si consolidano posizioni concrete che danno grandi opportunità e pure soddisfazioni.

Nel campo della cinofilia, per quanto mi riguarda, sono stati i miei cani, i miei “prodotti”  a farmi distinguere e farmi strada, e così prima di parlare della mia esperienza in California come giudice del COTW, vorrei parlare del Cruft's, la più famosa e prestigiosa esposizione Britannica, cui  ho avuto l’onore di partecipare per quel che riguarda la razza CKCS, per primo come Italiano e con un cavalier Italiano, portando a casa un cartoncino con scritto "riserva di CC" che resterà per sempre nella mia memoria.

Sono tornato al Cruft's come visitatore più volte  e per quest’ultima edizione nuovamente come espositore; in quest'occasione un gruppo di simpatiche signore Americane mi ha chiesto se il cane che avevo al guinzaglio lo avessi allevato io e una volta appurato che non solo lo era ma era pure nato da cani con il mio affisso, mi dissero che mi avrebbero voluto come giudice alla loro esposizione che si sarebbe tenuta ad Oakland –California, devo dire un grande onore per me che ho prodotto quel soggetto e per i miei cavalier  che sono stati notati tra tutti quei bei cani.

Qui comincia il mio racconto "statunitense".  Non amo le lunghe trasferte, ma visto la prestigiosa occasione e che Marina decise di venire con me, mettendo insieme un po' di giorni di vacanza il progetto si è messo in pratica.

Il comitato organizzatore ha davvero approntato un servizio di accoglienza ottimo per i tre giudici che avrebbero giudicato le tre esposizioni, una al giorno da venerdì a domenica: il primo giorno è toccato alla giudice scozzese Kathy Sloan, che ho avuto il piacere di incontrare nuovamente in questo contesto, il secondo alla giudice Americana Patt  Lander e la domenica è toccato a me dire la mia sui soggetti esposti.

Oltreoceano i giudici non vedono nè conoscono i giudizi dei loro colleghi in questi generi di week end,

per cui al venerdì chi non era impegnato nei giudizi ha partecipato a un interessante tour a Napa Valley,

una zona colonizzata ai suoi tempi da Italiani e che negli anni si è trasformata in un impero nel campo vinicolo, con filari di vigne pregiate che si estendono per chilometri,

ed enoteche che aspettano i numerosi turisti  arrivare con bus organizzati o vistose  Limousine, per offrire la degustazione dei loro vini.

 In queste “winery”  sono  davvero ospitali, veramente organizzati,  operatori che riescono a impreziosire con abilità il loro prodotto, non sono un sommelier , ma vivo in una zona fortemente legata all’arte di far vino, tra Liguria Piemonte e sud della Francia, pertanto un po’ me ne intendo e

  

posso affermare che comunque  i vini Italiani e Francesi rimangano sempre in ogni modo produzioni agricole di qualità superiore... ma torniamo alla cinofilia, senza dimenticare che sabato  la simpatica past President Mrs Kathy Tagg ha organizzato per noi un tour full immersion a San Francisco, toccando località molto caratteristiche mentre nell’oceano davanti a noi veleggiava l’italianissima “Luna Rossa”, giunta fin per li per una regata organizzata in quei giorni.

 

  

Sabato sera era in programma una cena di Gala con un centinaio di persone appassionate di Cavalier King Charles spaniel presenti  per celebrare riunite intorno a un tipico buffet all’americana,  una volta quindi sparecchiate le tavole, si è rimasti tutti coinvolti in un atmosfera davvero serena in giochi di dadi e lotterie.

E arriviamo al giorno dell’expo a cui sono stato invitato a giudicare, come succede spesso in America , era organizzata in un hotel di un certo livello, con  l’unico ring posizionato in una  delle sue bellissime hall, in un ambiente accogliente con, bene in vista, un mercatino in cui si potevano trovare i più sfiziosi gadget “cavalieristi”. Ovviamente Marina ci ha fatto tappa più volte!

Una spessa moquette copriva il pavimento dell’ampissimo ring, tre persone erano ferme all’ingresso di questo pronte ad organizzare l’entrata e l’uscita dei soggetti, mentre un abile  speaker  chiamava classe per classe numero per numero tutti i soggetti presenti; un solo ritardatario è arrivato al ring accompagnato da uno steward che mi ha chiesto se ne  accettavo l’ingresso,  cosa che ho fatto non avendo ancora iniziato a giudicare la classe. Un'altra persona molto precisa, preparava man mano le splendide coccarde da consegnare ai vincitori, ma devo dire che la precisione maggiore l’hanno esternata i concorrenti, impeccabilmente pronti classe dopo classe,  seriamente impegnati e magnificamente sportivi.

Il sistema dei giudizi ricalca quello inglese,  si piazzano i soggetti di ogni classe dal primo al quarto, non si rilasciano schede di giudizio, ma a posteriori il giudice stila il suo commento sui primi  quattro soggetti classificati; a tutto ciò si arriva in base agli appunti che si è preso, io ho fatto “all’Italiana” dettando i miei giudizi a Marina, tutti hanno osservato questo sistema con partecipazione e hanno atteso  anticipi sulla critica con molto interesse. Per questo club è prassi normale che le critiche dei giudizi appaiano sul proprio sito, infatti dopo qualche giorno dal mio rientro in Italia sono state pubblicate sul sito  “Cavalier of the West” (COTW).

Parliamo ora dei cani: una delle caratteristiche che subito saltano all’occhio in questo contesto , è la loro certosina preparazione, nel pieno rispetto dello standard  nessun cane viene toccato con le forbici, nessuna tendenza a coprire difetti con stupidi stratagemmi, ma al contempo splendidi mantelli fluenti e copiose frange. I blenheim hanno fatto la parte del leone sugli 85 soggetti presenti, arrivati anche da molto lontano (Oregon, Texas,  Ohio …),  è impressionante le distanze che affrontano gli espositori americani visto l’enorme vastità del loro territorio!

I blenheim erano soggetti ben macchiati, anche se nelle mie finali ci son finiti  alcuni   soggetti con macchie piuttosto estese, ma talmente ben costruiti, eleganti e distinti , da farsi perdonare una pezzatura non ideale.

Meno impressionanti i pochi tricolori e i black and tan,

da segnalare qualche soggetto ruby con un ottimo manto per colore, consistenza e condizioni.

Passando alla struttura  generale , ho trovato una certa eterogeneità nelle teste, tanto che vi era pure una certa disomogeneità tra il mio miglior maschio e la miglior femmina, arrivati comunque così in alto per altri fattori.

Ho trovato alcune teste di eccelsi volumi senza che cadessero però nella volgarità che certo non si addice a questa razza, ben riempite  sotto gli occhi, con orecchie correttamente inserite, grandi occhi sempre scuri ben posizionati; ho trovato però anche molte teste prive di volume e soprattutto poco piene nella regione sotto orbitale con  mancanza di sostanza nel muso, sono stati esposti con una certa leggerezza soggetti con lievi prognatismi o chiusura a forbice inversa.

Nell’insieme una certa quantità di soggetti lunghi di tronco, qualcuno un po’ basso sugli arti, diverse code portate così alte da non poter sottovalutare quell’increscioso comportamento.

Quasi sempre buone le ossature , anche se ho riscontrato che qualche soggetto  si è mostrato troppo esile , buone le casse toraciche, quasi sempre piedi tipici.  Ovviamente i due vincitori sono cani di alta qualità, ma nell’insieme generale,  quello che mi ha disturbato di più, come detto, è una certa disarmonia nelle proporzioni  e un tipo di testa da migliorare per volumi. Quel che più mi ha impressionato piacevolmente è il carattere di quei cani, festosi e bene presentati  e i loro mantelli.

Nel sistema americano si riscontrano molte classi competitive che a noi giungono inusuali  come  ad e esempio la classe “cavalier allevato in America”, oppure  quella “presentato dall’allevatore” ecc  e in questo andirivieni di classi sembra che ci sia un piazzamento per tutti.  Devo dire però che in certe classi non avrei consegnato nessuna coccarda , ma ...paese che vai usanze che trovi.

Il Miglior maschio è un blenheim compatto, con eccellente ossatura, bella testa piena con eccellenti

occhi, un soggetto che guardava fiducioso e molto appariscente in stazione, eccellente il colore del manto e la ripartizione delle macchie, in azione si è imposto prepotentemente sugli altri maschi selezionati,  ma quando si è arrivati allo spareggio con la femmina non ha retto il confronto  nel movimento: lei estremamente femminile,  quasi civettuola , in superbe condizioni di mantello, una bella testina nell’insieme delle sue proporzioni, unico neo avrei voluto più sostanza nel muso,

eccellente collo e dorsale, coda ben inserita e frangiata, portata con classe nella sua festosa movenza, sterno presente, ottima cassa toracica per una femmina, ben angolata negli arti e di giusta taglia.

Tutta la giornata è stata accompagnata da applausi sportivi e viva attenzione da parte dei partecipanti e degli spettatori, una giornata iniziata alle 10 del mattino e conclusa verso le 17, con un organizzatissimo momento di rito per le fotografie, fatte su un set preposto in  una sala a parte  sotto la professionale direzione di una fotografa esperta in questo campo. Sicuramente non  scatti frettolosi , ma una ricerca quasi maniacale delle giuste posizioni, delle luci e delle espressioni migliori.

La sera si è conclusa con un altro piacevolissimo momento di convivio con degli allevatori americani, devo dire che ho sentito nei confronti di noi Italiani un grande calore e una accoglienza entusiasmante.

I giorni a  seguire sono stati un piacevole susseguirsi di visite a siti incantevoli e a persone che si sono

fatte avanti per invitarci a vedere i loro cani, abbiamo avuto il piacere di incontrare persone profondamente innamorate dei loro fedeli amici, cani seguiti e rispettati come star, confidenti padroni dei  divani dei loro proprietari.

Ci siamo in più momenti sentiti come a casa con i nostri Toy Spaniel,  vivendo un misto di simpatia per loro e di nostalgia per la distanza dai nostri.

 

Via via ci siamo fatti un idea molto positiva sulla maniera di pensare degli allevatori di questa razza , sulla stato di salute non sempre scevro da patologie e con quanta intelligenza stanno vivendo il momento a tutti noto.

Tra i vari incontri sicuramente simpatici,

quello veramente interessante è stato con la Presidente dell’American Cavalier King Charles Spaniel Club con la quale abbiamo potuto discorrere a cena su molti aspetti dell’allevamento del cavalier e del King Charles spaniel, sulle linee di sangue , quelle fissate e quelle così eterogenee da cui ci si può aspettare qualsiasi cosa, sulla salute, sull’alimentazione odierna, trovandoci sulla stessa lunghezza d’onda la viva conversazione si è protratta il giorno dopo a colazione, è proprio vero che la passione comune per i cani supera ogni situazione e frontiera!

Ci siamo lasciati l’ultimo giorno di vacanza, quello in cui ti attanaglia la tristezza di finirle,  ma c'è anche l’ entusiasmo di tornartene a casa dai tuoi cani,  per vistare un posto incantato,  il Muir woods

Park- National Monument,  e consigliamo vivamente  a chi possa trovarsi da quelle parti di andare a visitarlo, si tratta di una foresta composta da sequoie millenarie, arrivata ai giorni nostri grazie ai primi protettori della natura che comperarono  l’intera area per farne dono agli Americani come parco protetto e che oggi è monumento nazionale sotto l’egida dell’UNESCO.

 Su un sentiero composto da assi di legno sopraelevate rispetto al suolo, in un silenzio palpabile e un odore di bosco, ci si addentra in una cattedrale composta da alberi altissimi dai tronchi enormi, dove si incontrano i tanti turisti col naso all’insù per ammirare l'altezza e la maestosità di questi alberi fino alle loro cime che svettano in contrasto con il blu del cielo.

    

Il giorno dopo è stato il momento delle lunghe ore del volo di ritorno, che abbiamo trascorso in buona parte  stilando le relazioni in base agli appunti presi da Marina; rimbalzando da Londra a Nizza con solo due ore di ritardo siamo finalmente giunti a casa per riappropriarci dei nostri usi e costumi, circondati come sempre dai nostri cagnetti,  ritrovati in splendida forma anche se un po’ “arrotondati” grazie alla eccessiva indulgenza delle tate, che come tutti i cavalieristi sapranno … non hanno potuto resistere a quegli occhioni ...facendosi strappare biscotti e biscotti !!!

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